“C’è niente di più suggestivo di degustare il meglio della produzione enogastronomica italiana, con vista su vigneti e oliveti?”
Trovo già difficile di suo sottrarmi al richiamo di queste esperienze. Ma qui alla Chiesa del Carmine è quasi impossibile non lasciarsi tentare. Ora capisco perché i signori Sinclair non abbiano resistito di fronte alla sfida di riportare la chiesa duecentesca e la fattoria ai piedi del Monte Tezio al loro antico splendore. La proprietà, una valle incastonata fra le colline umbre, a nord di Perugia e vicina al confine con la Toscana, è un posto romantico e meraviglioso.
È un luogo che combina un fascino rurale, ad un’essenza glamour. A completare lo scenario, la tenuta comprende un laghetto privato, una stupenda piscina, e un’estesa foresta in cui si organizzano battute di caccia al tartufo. Non mi sorprende davvero che le loro esperienze di degustazione di vino e olio e, appunto, la caccia al tartufo, siano in cima alla lista fra le attività a tema enogastronomico in Umbria!
Per quanto mi riguarda… il vino è l’attrazione principale!
I vini di Chiesa del Carmine hanno qualcosa di speciale, a partire dal Trebbiano Spoletino, varietà rara coltivata nella tenuta, che rientra nel progetto di tutela dei vitigni autoctoni portato avanti dall’azienda.
Il Trebbiano Spoletino è un’uva a bacca bianca che sta vivendo una fase di riscoperta che lo ha portato, dopo esser stato sul punto di estinguersi, ad essere coltivato da oltre una trentina di produttori in Umbria. È un vitigno che si presta a diversi stili di vinificazione, versioni dal variabile livello di zucchero residuo, spumanti, vini fatti con contatto con le bucce più o meno prolungato.
La versione in purezza di Chiesa del Carmine, che è anche il loro unico bianco, è un vino fresco, fruttato e minerale.
Come ci si sarebbe potuto aspettare, qui si coltiva anche Sangiovese, affiancato da un’altra varietà tipicamente umbra, conosciuta col nome di Sagrantino. Il loro rosso “Il Campanile” è un blend delle due uve appena citate (con Sangiovese in prevalenza), alle quali si aggiunge un tocco di Merlot. A completare la gamma dei prodotti, due rosati.
Che altro desiderare? Olio, tartufo, e vino, il tutto unito a magnifici panorami. Combinazione magica che solo l’Italia sa regalare!
Le esperienze di degustazione dei prodotti e la caccia al tartufo sono disponibili per tutti i visitatori, anche esterni. La Vineria del Carmine è sempre aperta su prenotazione, ed è consigliabile dare un’occhiata sul sito per consultare gli orari.
Intrigata dalla storia legata al Trebbiano Spoletino, ho voluto rivolgere qualche domanda direttamente all’amministratore di Chiesa del Carmine, David Lang.
Quali sono le varietà coltivate nella tenuta?
Attualmente abbiamo 5.7 ettari di vigne, con esposizione a sud-ovest, così distribuiti: Sangiovese, Sagrantino, Merlot e Cabernet Sauvignon sono le uve rosse; il Trebbiano Spoletino è l’unica bianca.
Quali sono i tratti di unicità del Trebbiano Spoletino?
È un’uva rara, e antichissima, tipicamente umbra, sul punto di estinguersi decenni fa.
Negli ultimi dieci anni ha vissuto una riscoperta. Ciò che lo rende diverso da tutte le altre varietà a bacca bianca umbre è un’acidità vibrante, combinata alla complessità aromatica che il vitigno esprime.
Qual è la storia del vigneto di Chiesa del Carmine prima dei lavori di recupero dei terreni?
Qui c’è sempre stata una tradizione legata alla viticoltura di qualità. Nel 1974, l’autorevole giornalista enologico americano Burton Anderson pubblicò un pezzo per “Wine Spectator” dedicato a un vino bianco di altissima qualità prodotto con le uve provenienti dai terreni che oggi appartengono alla tenuta.
Fare vino in una zona così bella e vocata, assistiti da uno dei migliori enologi in Italia, Giovanni Dubini, è per noi un’esperienza fantastica. Giovanni è straordinario e ha recentemente ricevuto (fra gli altri riconoscimenti) il “Premio Cangrande” al Vinitaly, onorificenza conferita a personaggi leader nel settore.
“L’arte è divina, le persone amichevoli, il vino e il cibo così autentici, la campagna spettacolare”
Proprietaria della tenuta della Chiesa del Carmine è oggi la famiglia Sinclair. Jacqueline è un’illustratrice di libri, Jeremy è il chairman di M&C Saatchi, un’agenzia pubblicitaria multinazionale. Quando Jeremy e Jacqueline viaggiarono per la prima volta in Italia, poterono constatare di persona che tutto ciò che se ne diceva era vero. L’arte divina, il calore delle persone, l’autenticità del cibo e del vino, la spettacolarità della campagna.
Si innamorarono della valle della Chiesa del Carmine, e della bellezza delicata delle colline umbre e dei boschi che le ammantano a perdita d’occhio. Guardando oltre gli anni di abbandono, attraverso il groviglio di filo spinato e pali in calcestruzzo del vigneto, hanno saputo ricreare l’ambiente ideale per le vigne, gli olivi, e il tartufo.
Quali sono i progetti futuri di Chiesa del Carmine?
La prima fase dei lavori di ristrutturazione e ampliamento della Vineria, punto vendita che ospita le degustazioni, è stata completata all’inizio di maggio 2019, e stiamo ora costruendo la cantina, che dovrebbe essere operativa a partire dall’estate 2020 proprio a fianco della Vineria.
I lavori per la cantina procedono di pari passo con quelli per la ristrutturazione, al piano superiore della Vineria, della cucina, locale che sfrutteremo per offrire cooking class ai nostri ospiti, e incrementare la capacità di fare catering per gli eventi presso le nostre strutture.
La gamma dei vini che facciamo sarà ampliata con un nuovo prodotto, un rosso, “Bell’Angelo della Chiesa”, che sarà lanciato in autunno e sarà disponibile esclusivamente per gli ospiti della Vineria e i membri del nostro wine club.
Quali sono i tratti distintivi che rendono Chiesa del Carmine speciale?
La nostra frutta è certificata biologica e, una volta che la cantina sarà pronta e operativa, anche i vini lo saranno. L’olio d’oliva da noi prodotto è già certificato biologico.
La sostenibilità ambientale è un punto cardine della nostra filosofia, e ci spinge a lavorare in regime di agricoltura biologica, senza compromessi.
La mano del nostro enologo, Giovanni Dubini, e un suolo ricco, minerale e incontaminato costituiscono il terroir perfetto per i nostri vini e gli danno un carattere speciale. Freschezza e mineralità sono tratti inconfondibili in tutti i vini che facciamo.
La valle della Chiesa del Carmine è un luogo unico, un paradiso di tranquillità in cui gli ospiti possono immergersi e isolarsi dal resto del mondo.
Quali sono le prime impressioni sulla vendemmia 2019?
Sono buone. L’estate è stata molto calda e ci ha dato frutta sana, di splendido aspetto. Le piogge nell’ultima parte di agosto hanno reso un po’ complicata l’organizzazione della raccolta, ma tutto sommato direi che la 2019 è stata un’ottima annata. Stiamo anche pensando di incrementare la produzione dei due rosati, Rosa della Chiesa (Sangiovese 100%), e Rosabella della Chiesa (Merlot 100%), dato il successo dei vini lo scorso anno.
Qual è stata ad oggi la migliore annata che avete avuto?
La 2016 e la 2018, finora. In queste annate abbiamo avuto condizioni climatiche perfette.
Siamo comunque orgogliosi di poter dire che anno dopo anno i nostri vini sembrano crescere in complessità e finezza. Siamo sicuri che le pratiche sostenibili si stiano traducendo in frutta e prodotti finiti di crescente qualità.
Il futuro si preannuncia elettrizzante. La parte difficile sarà convincere i nostri ospiti a non bere i nostri vini subito, ma a lasciarli in cantina per un po’ per apprezzarne l’evoluzione nel corso del tempo.
Quali sono, per un visitatore che si trovi in Umbria, 5 cose che dovrebbe assolutamente fare?
- L’Umbria è piena di meravigliose città costruite nel corso della storia in cima alle colline, su tutte Perugia, il capoluogo di regione. Passeggiando per il centro, si possono ammirare gli edifici storici come il Duomo, Palazzo dei Priori, la Rocca Paolina, e la Galleria Nazionale. Se ci si trova lì, ci si può fermare per uno spuntino da “Angela’s – Non Solo Testo”, in via Danzetta 9, per assaggiare la tradizionale specialità locale: la torta al testo.
- Assisi e la Basilica di San Francesco – il cuore sacro dell’Umbria, luogo di pellegrinaggio e arte.
- Gubbio – prendete la funivia, portatevi un pranzo al sacco, e godetevi la vista mentre salite verso la cima del Monte Ingino. Da visitare, la Basilica di Sant’Ubaldo. Rimarrete a bocca aperta.
- Montone – bellissima cittadina in cima a una collina, antica dimora di uno dei generali di Giulio Cesare. Luogo in cui si svolge ogni anno la festa dedicata alla “spina” proveniente dalla corona di Gesù Cristo; Montone è anche famosa per il film festival di luglio (www.umbriafilmfestival.com ).
- Il cibo è quintessenza dell’esperienza in Umbria, terra di innumerevoli delizie da assaggiare. Su tutte, il tartufo: noi organizziamo battute di caccia per i nostri visitatori che fossero interessati a scoprire i segreti che si celano dietro questo prezioso prodotto.
Se avessi la possibilità di condividere un bicchiere di vino con un personaggio storico a tua scelta, chi sceglieresti?
L’imperatore e filosofo romano Marco Aurelio.
Perché? Di cosa parlereste, mentre sorseggiate vino?
Delle sue imprese, quelle di un uomo capace di combinare azione, conoscenza e intuizione, che superò numerose sfide col suo pensiero filosofico, e non smise mai di imparare e insegnare. Le sue “Meditazioni” sono ancora oggi fonte di ispirazione su come affrontare la vita. Penso che Marco Aurelio apprezzerebbe la pace e la serenità che si respirano nella nostra valle, nel cuore verde dell’Italia.
Che vino servirebbe a Marco Aurelio?
Ovviamente il nostro Trebbiano Spoletino. Nella speranza che gli piaccia.