L’Umbria, così piccola e così ricca di cultura, cibo tipico e, ovviamente, vino. Adoro questa regione d’Italia, la cui produzione enologica è ancora sottovalutata e spesso descritta limitatamente alla “vocazione rossista” dell’area, famosa per i vini da Sagrantino e Sangiovese.
Ed è indubbiamente vero che la maggioranza dei più grandi vini umbri sia fatta con queste varietà (presto pubblicherò una storia molto interessante a proposito, rimanete sintonizzati su questi schermi). Tempo fa scrissi anche un reportage sull’Umbria che trattava di Roscetto e del progetto della famiglia Cotarella (lo trovate qui).
Tuttavia oggi vi vorrei parlare della produzione bianchista della regione, e in particolare di Trebbiano Spoletino.
Il Trebbiano Spoletino è una varietà a bacca bianca italiana autoctona che gode di crescente popolarità fra i produttori umbri, grazie ad alcune caratteristiche organolettiche peculiari. L’origine del vitigno è ancora incerta, ciò che è sicuro è che lo Spoletino ha pochissimo in comune col Trebbiano Toscano, un’uva più neutra, ed è molto diversa anche dal Trebbiano Abruzzese.
Le caratteristiche principali di quest’uva sono: maturazione tardiva (seconda metà di ottobre); rese in quantità medio bassa; ottima resistenza alle malattie; spiccata acidità; grande intensità aromatica.
Sono circa 60 gli ettari dedicati alla coltivazione di Trebbiano Spoletino in Umbria. Ciò lascia intendere come questo vitigno sia ancora una novità e come manchi ancora una massa critica tale da poterlo commercializzare su più larga scala.
Ciò che impressiona dello Spoletino, a mio parere, è che il vino tiene molto bene dopo qualche anno di affinamento in bottiglia: spesso si scoprono sentori evolutivi particolari, note affumicate e aromi complessi, compresi accenni di anice e nette sensazioni balsamiche.
Il punto debole del Trebbiano Spoletino, commercialmente parlando, è la mancanza di uno stile uniforme. Il consumatore non sa mai cosa aspettarsi da questa varietà, tanta è la voglia da parte dei produttori di sperimentare una miriade di soluzioni diverse: alcuni lo vinificano addirittura come orange wine; altri fanno vini dall’acidità volatile fuori controllo, con macerazioni eccessivamente ossidative e degradanti per la varietà, che rimane privata della sua identità.
Tra le espressioni secondo me più rispettose degli aromi primari del vitigno, eccone alcune.
Trebbiano Spoletino DOC Spoleto 2017 PERTICAIA
Bouquet penetrante: salvia, confettura di albicocche, madreselva, retrogusto balsamico. Coerente ed elegante. Ha un grande potenziale di invecchiamento.
Disponibile online qui.
Trebbiano Spoletino DOC Spoleto “Trebium” 2016 – ANTONELLI
Vino eccellente, dallo stile definito e dal gran carattere. Al naso: mela, nota affumicata, caffè, aneto ed eucalipto. Corpo pieno, morbidezza e persistenza.
Disponibile online qui.
Trebbiano Spoletino IGT Umbria – Chiesa del Carmine 2018
Bouquet meraviglioso di aromi floreali e frutta come pera asiatica, lime e pompelmo. Aneto e accenni di menta. Acidità vibrante e mineralità degna di nota al palato, con un finale balsamico.
Se avete in mente di visitare l’Umbria e le terre del Trebbiano Spoletino, potete dare un’occhiata qui al mio blog su YouTube, che comprende una mia chiacchierata con l’enologo di Chiesa del Carmine sul loro Trebbiano Spoletino.
Durante il soggiorno in Umbria, ho alloggiato presso Casa San Gabriel, una favolosa residenza in campagna circondata da olivi, colline, e vigneti. Guardate il video e ve ne innamorerete. http://casasangabriel.com
La proprietà ricade nella valle della Chiesa del Carmine, dove si produce un formidabile Trebbiano Spoletino: www.chiesadelcarmine.com.