15th Aprile 2021
Mowing the vinyard

La qualità del terreno del nostro vigneto è un aspetto cruciale, poiché sappiamo bene che essa si riflette sulla qualità delle uve che produciamo. È universalmente noto come, l’influenza combinata del suolo insieme al clima, alla topografia, e alla varietà ampelografica, concorra alla creazione del terroir che caratterizza un vino.

La nostra valle è un luogo unico per la viticoltura, e tale unicità si ritrova nell’inconfondibile mineralità dei nostri vini. Il terreno calcareo, dalla struttura argillosa, è ricco di pietra alberese e frammenti di quarzo, che al pari degli altri sedimenti rocciosi giocano un ruolo determinante nell’acquisizione da parte dei vini di una vena salina spiccata.

Per far sì che questi tratti peculiari rimangano presenti nei vini annata dopo annata, il nostro obiettivo è quello di preservare la purezza e la sanità del terreno.

Le nostre pratiche agricole si concentrano sulla ricerca della qualità, a discapito della quantità e dell’abbondanza delle rese. La nostra filosofia è improntata alla sostenibilità, come unico percorso percorribile per il futuro.

Le vigne sono spesso piantate in collina, e anche le nostre seguono questa scelta. In tal modo, le piante possono godere di un’eccellente esposizione solare, e questo è un notevole vantaggio per la viticoltura. Di contro, un aspetto che complica il lavoro in queste condizioni è la degradazione del suolo, che può portare a fenomeni di erosione e avere un’influenza negativa sulla fertilità e sulla conservazione dell’acqua nel terreno. Per prevenire questi pericoli, ogni autunno piantiamo nel vigneto, un filare sì e uno no, del favino, per rafforzare il suolo grazie al suo apporto di azoto. Da queste piante raccogliamo anche i deliziosi legumi, che sono commestibili. Ci facciamo la pasta, o le minestre. Ma questa è un’altra storia.

Falciare questa pianta in primavera e arare il suolo quando comincia a fiorire, consente la sua decomposizione nel terreno, rilasciando azoto, prezioso nutrimento. Tali pratiche, se applicate coscienziosamente, permettono ai viticoltori di non dover ricorrere a fertilizzanti sintetici. Nei filari non interessati dal favino, invece, gli scarti della potatura vengono interrati e tornano generosamente ad arricchire il suolo dal quale provenivano: e quale prodotto migliore di questo si potrebbe utilizzare!

Negli ultimi 20 anni trascorsi in questa valle, abbiamo potuto osservare come l’acqua piovana che cade qui, prevalentemente nei mesi di febbraio e marzo, novembre e dicembre, ogni anno, raggiunge il suo solito livello medio più in ritardo ma, quando lo fa, la veemenza e il volume delle precipitazioni aumentano. L’erosione del suolo in questi frangenti trova uno strumento di difesa nelle piante fra i filari. E siamo fortunati che le colline circostanti, disposte attorno ai nostri vigneti, schermino la nostra valle mettendola al riparo dalla furia degli elementi, in particolare la minaccia di grandinate. Un contro di questa disposizione è che la riserva di pioggia, accolta con sollievo nei mesi più caldi della stagione, si esaurisce con la stessa rapidità con la quale il rovescio era arrivato. I nostri visitatori possono godere dello spettacolo incontaminato dei colli che troneggiano sopra di loro, incorniciando la valle in un’oasi di pace.