Wine Alchemy

Chiesa del Carmine – Un assaggio autentico dell’Umbria

Articolo disponibile online (in inglese)

 

La tenuta della Chiesa del Carmine, in Umbria, è una proprietà recentemente ristrutturata situata a una mezz’ora d’auto a nord delle deliziose città gemelle di Perugia e Assisi. È vicina al confine con la Toscana, incastonata in una piccola valle calcarea nell’area dei Colli Altotiberini. Questo breve articolo è dedicato ai loro vini, e ai motivi per i quali vale la pena scoprirli.

I precedenti proprietari di questa fattoria abbandonarono la valle decenni fa, lasciandola in condizioni di declino, poi divenuto degrado. Nel 2009, però, la valle è stata acquistata da una coppia inglese, i coniugi Jacqueline e Jeremy Sinclair i quali, circondandosi di un team locale composto da figure con competenze diverse, hanno portato avanti pian piano i lavori di recupero della proprietà nel corso dell’ultimo decennio.

Come accade nel caso di posti simili a questo, oltre al vino c’è anche molto altro da scoprire. Per esempio, qui ci sono cinque diverse cultivar di olive da olio, e le piante secolari sono state riportate in produzione e vengono oggi gestite in regime di agricoltura biologica. E c’è persino una tartufaia.
Al centro della tenuta è situato l’edificio ristrutturato della Chiesa, che risale al tredicesimo secolo; insieme all’adiacente dimora rurale, la chiesa forma un complesso alberghiero per il turismo di lusso.

I vini

Il vigneto è stato ripiantato e la prima nuova vendemmia risale al 2013. Dai circa 6 ettari vitati e dalle uve biologiche ogni anno l’azienda agricola produce intorno alle 20mila bottiglie. Situato a un’altitudine di circa 300 metri, il vigneto comprende il Trebbiano Spoletino, oltre alle varietà a bacca nera Sangiovese, Sagrantino, Merlot e Cabernet Sauvignon.

L’acclamato Giovanni Dubini è l’enologo. Attualmente la sua cantina, Palazzone, ospita la vinificazione delle uve e perciò Chiesa del Carmine condivide lo spazio e i serbatoi con uno fra i migliori Orvieto Classico della DOC orvietana. Questa soluzione è tuttavia temporanea e i lavori di costruzione in loco della cantina sono in corso presso la tenuta. Un passo che permetterà a Chiesa del Carmine di ottenere la certificazione biologica ufficiale per le etichette a partire dal 2021.

La loro gamma comprende sei vini, quattro dei quali compaiono qui sotto. I vini sono tutti IGP (dicitura europea per IGT), la denominazione regionale onnicomprensiva. Pur se, in teoria, i vini potrebbero tutti rientrare nella DOC Colli Altotiberini, ma questa è una denominazione poco conosciuta e pertanto poco attrattiva, in termini di marketing.

Trebbiano Spoletino, Umbria Bianco IGP, 2018. 12,5%

Sono affascinato dallo Spoletino (non è il classico Trebbiano, questo). Si tratta di un vitigno raro che è stato recuperato e che è ancora poco conosciuto, ma ha un grande futuro davanti a sé. Questa versione eguaglia le migliori prodotte nella più celebre area enologica di Montefalco, situata a un’ora da qui, a sud. Le uve sono raccolte a mano, il grappolo è pressato intero e il mosto fermenta in serbatoi di acciaio inossidabile, con permanenza sulle fecce per l’acquisizione di aromi peculiari.

Lo Spoletino è il loro unico vino bianco, e qui c’è tanto da degustare. Ha un colore tenuemente dorato, e aromi delicati di fiori e frutta a polpa bianca. Al palato, un sorso pieno e sentori di lime e mela cotogna celano una gradazione alcolica moderata. Il vino ha un equilibrio eccellente, e una lunga persistenza col suo finale sapido e affumicato. Non c’è maturazione in legno, pur se si potrebbe pensare il contrario, tenuto conto della finezza della trama, oltre che delle note fumé.

È l’esempio perfetto di un vino che per l’abbinamento col cibo vuole qualcosa di umbro; perciò un piatto semplice a base di pasta condita con olio d’oliva e tartufo nero per me ha funzionato perfettamente.
Pronto da bere, ma varrebbe anche la pena attenderne l’affinamento, se riuscite a resistere alla tentazione.

5mila bottiglie prodotte. £20.00

Rosa della Chiesa, Umbria Rosato IGP, 2019. 12,5%

100% Sangiovese. Il colore è quel bel buccia di cipolla che va molto di moda – un rosé deve avere un bell’aspetto nel calice. Si intuisce un contatto con le bucce brevissimo, per ottenere questa tonalità da Sangiovese. Al naso, cenni di violetta e bergamotto, mentre al palato, note delicate di lampone e rabarbaro. Acidità tagliente, austera, con un minimo stridio minerale al retrogusto. È un rosé dalla grande personalità e dal carattere varietale, fedele al territorio, capace di soddisfare in egual maniera amanti dei bianchi, e dei rossi.

Dà il meglio di sé in abbinamento al cibo. Menù ideale: pappardelle, e straccetti di pollo grigliato ricoperti di pesto all’aglio fatto in casa.

3mila bottiglie prodotte: £20.00

Rosabella della Chiesa, Umbria Rosato IGP, 2019. 13%

100% Merlot. Questo rosé ha un nome simile al precedente, ma è qui che si esauriscono le somiglianze. Il colore è più compatto, un rosa chiaretto. Il vino è di corpo un po’ più pieno, ma comunque ben equilibrato nelle sue componenti di alcol, acidità, e frutta. Secco, i piccoli frutti croccanti a bacca rossa sono i protagonisti di questo vino.

È un aperitivo perfetto, e un vino molto versatile. L’acidità pulisce qualsiasi parte grassa o cremosa e la frutta esce ancora più esaltata dagli abbinamenti. In questo caso, ci ho mangiato qualcosa di tradizionalmente britannico. Lincolnshire Haslet*, servito a fette sottili con contorno di insalata di patate: un matrimonio perfetto, per un pranzo estivo. Spero che i famosi macellai dell’Umbria approvino la mia idea!

Sì, è vero, ci sono moltissimi rosé da Merlot disponibili nel Regno Unito, ma troppi di essi sono sgraziati, scialbi, e palesemente costruiti. Questo mostra il modo in cui un rosé dovrebbe esser fatto, e mi piacerebbe davvero poterlo trovare a scaffale in UK.
3mila bottiglie prodotte.

Il Campanile, Umbria Rosso IGP, 2016. 13,5%

80% Sangiovese, 15% Sagrantino e 5% Merlot. Fermenta in acciaio e matura in barrique di rovere francese per nove mesi. È un blend simile nello stile a quello della DOC Montefalco Rosso, ma i tempi di maturazione sono diversi. Il Sagrantino è un’uva di grande qualità ma allo stesso tempo una delle varietà più tanniche sul pianeta. In questo rosso, il tannino è addomesticato dal tempo, e dalla combinazione delle uve. Ho decantato il vino per un paio d’ore prima di berlo, e la quantità di sedimento formatasi era notevole.

Riflessi granati con sentori di ciliegia e peonia. Al palato, il tannino è masticabile, e quindi ci vuole un po’ perché il vino si apra nel bicchiere, anche dopo la decantazione. Ma la pazienza viene infine ripagata da profumi di amarena, prugna, e un lungo finale speziato. È un vino dal gran potenziale evolutivo. Da conservare ancora per un anno o due prima di berlo.
Per l’abbinamento, consiglio carne arrosto o grigliata. Magari la carne di cinghiale umbra ci starebbe benissimo, ma, in mancanza di quello, anche una bella bistecca al sangue di taglio spesso cotta sulla fiamma può fare al caso vostro.

8mila bottiglie prodotte. £19.00

Fornitore nel Regno Unito

È Provenance Wines, a Wimbledon, Londra. Ho fatto un ordine tramite il loro shop online.

Gli altri due vini prodotti dall’azienda sono a tiratura limitatissima e i prodotti sono perciò venduti soltanto in cantina.
Il Rosso del Carmine è un Merlot 100%: mille bottiglie.
Il Bell’angelo è un blend di Merlot (65%), Cabernet Sauvignon (32%), e Sagrantino (3%): 1800 bottiglie prodotte.

E infine

La prossima volta che mi troverò in Umbria, sarò felice di visitare la tenuta e scoprire di più su Chiesa del Carmine.

La proprietà è uno spettacolo.

Indirizzo
Chiesa del Carmine
Strada Castiglione Ugolino 70
06134 La Bruna
Perugia
Italy

Al manager di Chiesa del Carmine, David Lang, senza il quale probabilmente non avrei mai scoperto questa tenuta. Eppure, sono sicuro di esserci passato vicino, guidando lungo la statale verso Perugia!

Note di traduzione

Lincolnshire Haslet: è un polpettone di maiale alle erbe, originario del Lincolnshire