Trebbiano Spoletinonuova – modifica della legge

1st Maggio 2020

Un paio di mesi fa, all’inizio di marzo, una modifica legislativa in materia ha stabilito che l’etichetta di tutti i vini prodotti da Trebbiano Spoletino in aree che non siano parte della DOC Spoleto (zona di Spoleto e Montefalco), non potranno più menzionare il nome per esteso della varietà ma dovranno limitarne l’indicazione alla sola parola Trebbiano.

Noi riteniamo che ciò non abbia alcun senso, se non altro perché il Trebbiano Spoletino è un’uva, e quindi un “ingrediente”, il principale ingrediente che noi utilizziamo per fare il nostro bianco (è un’uva che siamo autorizzati a coltivare e che è sempre stata piantata in tutta l’Umbria, un’uva della cui provenienza certa, prima che arrivasse nella nostra regione, nessuno può nemmeno essere sicuro): perché non dovremmo perciò essere autorizzati a menzionare “Trebbiano Spoletino” in etichetta, né tantomeno pubblicizzarlo?

Abbiamo lavorato duramente – è ciò che facciamo ogni giorno – al fine di promuovere l’Umbria e le sue specialità – i suoi piatti, e i suoi luoghi, non solo i vini e le sue varietà ampelografiche –, e ora, come risultato, di colpo ci è proibito condividere col resto del mondo le qualità meravigliose del Trebbiano Spoletino chiamandolo col suo vero nome.

Questa straordinaria varietà è una gemma umbra ed è parte della nostra storia. Salvata dall’estinzione negli anni Sessanta, non ha nulla a che vedere con la famiglia del “Trebbiano”, poiché si tratta di un’uva completamente diversa, le cui caratteristiche di acidità e il cui potenziale aromatico sono inconfondibili. Va da sé che la parola “Trebbiano” da sola non è che un nome generico che rimanda alla nostra terra soltanto in modo più vago.

Una regione piccolissima come la nostra – in cui ogni cantina dovrebbe provare a lavorare insieme alle altre con l’obiettivo comune di costruire un brand di successo, chiamato appunto “Umbria”, e impegnarsi a farlo crescere e renderlo più riconoscibile nel mondo – sembra invece essere sempre più divisa poiché ogni produttore è determinato a inseguire i suoi interessi personali.

Noi pensiamo che restringere e sigillare i confini di una regione vinicola, non sempre sia il modo migliore di promuovere un terroir. Siamo inoltre sicuri che molti produttori – il cui lavoro ha contribuito al successo del Trebbiano Spoletino e che si trovano ora nella nostra stessa situazione – siano molto delusi e d’accordo con noi.

Mattia Giambattista
Chiesa del Carmine Sommelier