Nei miei 17 anni in Umbria, i mesi più umidi sono sempre stati novembre, marzo, aprile, e maggio, in quest’ordine. Se le piogge si protraggono fino a giugno, affrontare i pericoli delle malattie che colpiscono il vigneto diventa più difficile. E non importa che la vigna sia gestita in regime di agricoltura biologica, convenzionale, o integrata. La malattia può presentarsi sempre, e dovrà essere in ogni caso combattuta, usando gli strumenti che si hanno a disposizione. Chi fa agricoltura convenzionale, impiegherà prodotti fungicidi sistemici per la cura delle piante; chi lavora in regime bio, invece, dovrà attrezzarsi e cercare soluzioni più ecologiche.
La peronospora è probabilmente uno dei problemi fungini più seri, fra quelli che colpiscono le viti, e la sfida più dura da vincere in agricoltura biologica. Si presenta come un rivestimento polveroso e grigiastro che compare sulle foglie, sul frutto, o sulla superficie verde della pianta. Se viene colpita la bacca, l’infezione può allargarsi e rovinare la qualità finale del vino, persino nel caso in cui l’attacco sia superficiale e limitato alla buccia.
Noi proviamo a gestire il problema in questo modo, tenendo bene a mente che l’ambiente è la prima cosa da tenere in considerazione, e che quando ti capita un giugno piovoso, come lo è stato quest’anno per esempio – con un livello di precipitazioni di 150ml finora cadute nella nostra valle – devi essere ben preparato. Facciamo un duro lavoro di prevenzione, un’attenta selezione dei germogli e di preparazione dell’area del grappolo, rimuovendo le gemme laterali e le foglie nella quantità necessaria. Queste azioni ci permettono di favorire la circolazione dell’aria nel vigneto – fondamentale per contrastare l’umidità e la formazione del fungo – incrementare l’efficacia dei trattamenti spray, nonché di migliorare la distribuzione del prodotto che verrà spruzzato sulla pianta.
Quando la prima infezione si manifesta, controlliamo i germogli e le foglie più giovani. Poi attuiamo un programma di trattamenti molto rigoroso, usando diversi tipi di zolfo: una buona applicazione è un elemento chiave per il successo dell’intervento. Questa settimana faremo il nostro quarto trattamento del 2020.
Gestire la peronospora ci porta a stare sempre sull’attenti e controllare assiduamente le previsioni del tempo, ma la qualità finale del vino ci ripaga di tutti gli sforzi e sappiamo che, se l’annata è favorevole, avremo fatto tutto ciò che era in nostro potere per produrre ottima frutta, che è poi l’unico modo per fare ottimo vino. Sempre nel rispetto dell’ambiente, ovviamente.