15th Febbraio 2021

Uno dei compiti invernali più interessanti del nostro enologo e dei suoi assistenti (e che coinvolge anche noi) è sicuramente l’assaggio dei vini dell’annata precedente, in questo caso la 2020, prelevando piccoli campioni dai rispettivi serbatoi, in legno o acciaio, per valutarne l’evoluzione. La settimana scorsa abbiamo organizzato in Vineria una degustazione generale di tutti i vini, bianchi, rossi e rosati, per fare il punto della situazione. Per il nostro winemaker Giovanni Dubini, oltre 40 vendemmie alle spalle, questa occasione non è stata di certo un’esperienza nuova ma per me, Mattia e Charlène, è stata un’opportunità indimenticabile. Questo è stato il primo anno in cui abbiamo potuto organizzare l’annuale assaggio generale qui in Vineria, data la presenza in loco della nostra nuovissima cantina, e tutti abbiamo potuto partecipare direttamente e vivere un’esperienza molto formativa.

Charlène, assistente del nostro enologo, si è detta sorpresa da come la degustazione sia stata la riprova della nettezza lampante delle diverse caratteristiche peculiari di ciascuna varietà d’uva; inoltre, se alcuni vini sembrano già acquisire sfumature più complesse ed evolute, altri rimangano in tutto e per tutto fedeli all’aspetto varietale. Charlène ha seguito passo passo la crescita dell’uva in vigna, dalla maturazione fino alla pigiatura. Nutre perciò un affetto quasi materno verso i vini, e la degustazione ha dimostrato che può essere certamente orgogliosa del lavoro che ha svolto finora in cantina.

La produzione di vino è un’arte e l’importanza di avere un enologo esperto come Giovanni risulta decisiva nella scelta delle botti di rovere francese (nel nostro caso serbatoi da 225 e 500 litri fabbricati dalle aziende Boutes e Taransaud) più adatte ai nostri vini. Le botti consentono al vino di respirare lentamente e maturare nei mesi, e hanno un’influenza molto diversa su ciascuna uva. La differenza fra vini maturati in serbatoi nuovi e vecchi è inoltre notevole, sia per l’intensità delle note trasmesse dal legno, che per il tipo di profumi. È stato poi molto affascinante scoprire come botti provenienti dallo stesso produttore e fabbricate nello stesso anno e con lo stesso tipo di legno abbiano siano riuscite ad avere un impatto diverso sullo stesso vino: è probabile che ciò sia dipeso da fattori apparentemente secondari come il tipo di assemblaggio dei serbatoi, la tostatura, o dalle impercettibili differenze intrinseche nei legni, che ci hanno indotto le percezioni che abbiamo provato durante la degustazione (rendendola indimenticabile).

In particolare per i rossi, tutte le indicazioni che abbiamo tratto da questa degustazione ci torneranno molto utili al momento della scelta degli assemblaggi che effettueremo assieme al proprietario dell’azienda. Sarà inoltre decisiva anche la competenza di Giovanni, che ci guiderà ovviamente nella preparazione dei blend.

Mattia, il nostro sommelier, ha apprezzato la consueta freschezza e la solita mineralità dei vini 2020. È rimasto colpito dal Merlot, con le sue note golose di ciliegia e i gradevoli accenni erbacei; dalla succosità del Sangiovese; dall’eleganza del Cabernet Savignon; e dalla fascinosa austerità del Sagrantino. Sentori minerali di grafite sono risultati presenti in molti dei vini, al pari di un accattivante aroma balsamico apportato dalle barrique nuove e individuabile a bicchiere vuoto. L’età delle botti di legno fa ovviamente una grande differenza che si rispecchia più direttamente nel contributo trasmesso ai vini: note avvertibili, profonde e più persistenti nel caso di legno nuovo; più tenui, sottili, e in alcuni casi leggerissime nel caso di botti più vecchie.

Il naso del nuovo Indigeno Trebbiano 2020 è dominato da un aroma delizioso e rinfrescante di buccia di pera, che precede un sorso dall’acidità tagliente. Abbiamo assaggiato anche i nuovi rosati: il Rosabella (da Merlot) si appresta a diventare il vino fruttato, fresco ma equilibrato che tanto amiamo; il Rosa della Chiesa (da Sangiovese) ha invece le caratteristiche di un rosato dalla croccantezza vibrante, che invita un sorso dietro l’altro. Conclusioni finali: la 2020 ci sembra un’annata che promette davvero bene.